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Paolo De Martino

Co-founder Resistenza Civile

Il civismo politico non è rappresentato

Cosa si intende per civismo, correttamente inteso?


Non è la negazione della politica, ma un modo per creare spazi di partecipazione politica, senza utilizzare le formazioni partitiche tradizionali

I promotori delle liste civiche molto spesso provengono dalla militanza nei partiti e non trovando agibilità politica, talvolta per l’ottusità dei dirigenti che da decenni lottizzano candidature annientando il dibattito interno. Non fidandosi più del rinnovamento dei partiti, pezzi di società più o meno grandi si auto-organizzano politicamente: a difesa interessi, a tutela di diritti o per sostenere battaglie e posizioni ideali che si considerano trascurate.


Per lo più sono movimenti di natura territoriale che esprimono sindaci, consiglieri e amministratori.


In Italia il civismo è esploso col definitivo crollo, a causa di tangentopoli, del sistema partitico intorno al quale si era strutturata la cosiddetta Prima Repubblica.

“Da quel momento, soprattutto nella politica locale, è stato tutto un fiorire di liste e listarelle cosiddette civiche: alcune frutto di mobilitazioni sociali dal basso, altre di interessi particolaristici e affaristici, altre infine di natura puramente personalistica” – scrive in un saggio, il professore Alessandro Campi del dipartimento di Scienze politiche dell’università di Perugia – è vero, ma negli ultimi anni il civismo politico nasce per colmare un vuoto politico sui territori, sono poco i partiti nazionali che hanno sedi dislocate in tutto il territorio nazionale, spesso alle elezioni comunali non si presentano neanche con i propri simboli perché non riescono a trovare una sintesi programmatica e di rappresentanza. Il civismo autentico vuole innovare la democrazia negando il mutismo e la demagogia che i partiti praticano da anni.


Nelle elezioni nazionali i tanti movimenti civici territoriali non partecipano attivamente alle campagne elettorali proprio perché orfani di riferimenti nazionali se non in singoli politici e non esprimono una posizione unica, considerata anche la divisione interna ai movimenti territoriali, da cui provengono gli attivisti che sono di diversa formazione culturale e politica. Questo è uno dei limiti del civismo locale che potrebbe essere superato se venissero garantite le richieste e le rivendicazioni che i movimenti reclamano per i propri cittadini.



È la riprova che la domanda di civismo non è ben compresa, né dai partiti né dalla politica in generale. Alle amministrative del 2021, secondo YouTrend, il 60 per cento dei voti è andato alle liste civiche, determinanti in città come Napoli, Milano e Bologna. Ma è soprattutto nei comuni minori che il civismo ha soverchiato le liste di partito.


Il cinismo politico non riesce a interpretare il movimento civile che in Italia, da qualche anno cresce sempre di più, che non è fatto solo di liste elettorali, ma anche di associazioni, gruppi di persone informali che provano a incontrarsi per ragionare, confrontarsi e mettere in piedi qualche iniziativa di cittadinanza attiva, spesso incontrandosi anche a casa di qualche attivista oppure in sedi di fortuna.


La voglia di partecipazione è forte, mancano gli spazi, gli strumenti e l’offerta politica è scarsa, inadeguata.



I partiti sono ancorati a logiche obsolete, anacronistiche e talvolta personali. Non riescono a trovare forme e strumenti nuovi per interagire con i propri elettori e potenziali militanti. Anche l’assenza di riforme concrete che puntano davvero a cambiare il Paese, ha minato la credibilità dei partiti creando un forte scollamento con la base.

Talvolta, invece, sono piccoli movimenti che pur avendo qualche rappresentante nelle istituzioni non riescono a crescere su scala nazionale perché finanziare un partito non è per niente facile.

Ma l’ansia di novità e la voglia di volti freschi da parte degli elettori è una caratteristica inedita di questa fase storica. Occorre però strutturarsi sul territorio, per non bruciarsi. È auspicabile che la politica in questa fase di campagna elettorale offra ascolto, rispetto ed accoglienza a chi vuole partecipare con idee, proposte e prospettiva.

Bisogna iniziare a farlo.


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