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Claudia Cammarata

Attivista per i diritti delle donne

Oggi alle 19 a Caltanisetta in memoria di Adnan Siddique

Un figlio, un fratello, un amico. Una persona di cui fidarsi. Un giovane uomo generoso.
Con queste parole amici e conoscenti descrivono Adnan Siddique, 32 anni, cittadino nisseno di origini pakistane, che lo scorso 3 giugno è stato assassinato da alcuni suoi connazionali.

Gli inquirenti stanno cercando di far luce su una vicenda che ha molti lati oscuri che, sembra, abbiano a che vedere con la spinosa e sempre aperta ed irrisolta questione del caporalato. Come lo stesso Adnan ha ammesso in diversi messaggi vocali mandati a suoi connazionali prima del suo assassinio, le minacce a lui rivolte erano state perpetuate nel tempo, minacce riconducibili al fatto che Adnan s adoperasse per aiutare alcuni suoi connazionali a denunciare i caporali.
La morte di Adnan ha scosso non soltanto la città di Caltanissetta ma ha avuto risonanza sull’intero territorio nazionale. Sindacalisti, tra cui Aboubakar Soumahoro e Yvan Sagnet, ma anche rappresentatnti del Governo hanno espresso il proprio cordoglio alla famiglia di Adnan e la propria indignazione per l’efferato omicidio del giovane operaio.

Poi c’è Caltanissetta, nel suo essere città di apparente tranquillità. Città che aveva aperto le sue porte ad Adnan e ai suoi sogni, alle sue speranze. Una Caltanissetta scossa e obbligata, adesso, a riflettere, a prendere una posizione contro un sistema di sfruttamento che non credeva – o non voleva credere - che esistesse al suo interno. Una Caltanissetta fatta di persone che hanno il dovere e la responsabilità di fare la cosa giusta per Adnan e per la sua comunità che rischia ora di essere stigmatizzata.
 
Questa sera alle ore 19 si terrà a Caltanissetta una manifestazione per chiedere giustizia e verità sull’omicidio di Adnan Siddique, per esigere luce laddove per troppo tempo c’è stato buio, silenzio, indifferenza.

L’iniziativa è organizzata dalla Comunità Pakistana e Afgana di Caltanissetta, dalla Casa delle Culture e del Volontariato, dalle Associazioni MO.V.I., Iside, Migranti Solidali e “San Filippo Apostolo”. Si legge nella nota diffusa mediante i social network che “la manifestazione sarà l’occasione per accomunare tutti i cittadini di Caltanissetta, a prescindere dalle etnie e dai Paesi di provenienza, in una riflessione che, partendo dalla memoria del sacrificio di Adnan, vittima innocente di interessi criminali, sia di sprone per l’intera comunità, con la consapevolezza che l’esempio luminoso che Adnan ci ha lasciato in preziosa eredità deve rappresentare per tutti noi un impegno di civiltà, di dignità, di lotta sociale, civica e democratica per rigenerare i nostri territori”.
Non è la morte che serve, quella non serve mai: è la vita, è la volontà di vivere e lottare per ciò in cui si crede e per ciò che è giusto che lasciano un segno indelebile nella memoria e nelle coscienze delle persone. È doloroso che, soltanto dopo la drammatica morte di Adnan, siano stati scoperchiati i tanti vasi di Pandora delle ingiustizie di fronte alle quali non possiamo più tacere.
 
Lo dobbiamo ad Adnan, lo dobbiamo alla sua famiglia che adesso chiede di poter piangere sul suo corpo: per questo le associazioni promotrici della manifestazione e la comunità pachistana stanno lavorando.
Ma il nostro impegno e la nostra presa di posizione li dobbiamo anche a coloro i quali, resi di fatto invisibili da una buona dose di indifferenza e classismo, vivono e lavorano ogni giorno in condizioni disumane. Sfruttati, minacciati, sottopagati: condizioni che rasentano lo schiavismo. 
Adnan ha acceso una fiamma: sta a noi far sì che sia carburante per tenere acceso il motore del cambiamento.


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