Oggi 25 gennaio 2021 sono passati 5 anni dalla sparizione di Giulio Regeni, torturato e ucciso dai servizi segreti egiziani. I genitori di Giulio non hanno mai smesso di chiedere giustizia, supportati dalla società civile italiana. Nel contempo, l’atteggiamento del governo italiano continua ad essere ambiguo: mentre la Procura di Roma ha aperto un processo a carico di 5 appartenenti ai servizi segreti egiziani, gli accordi commerciali e la vendita di armi all’Egitto continuano, nonostante la legge 185/90, che recita: “L'esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresì̀ vietati: […] d) verso i paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa [Art. 6, capoverso d].
Lo scorso 23 dicembre in sordina, senza nessuna cerimonia ufficiale nel porto di La Spezia è stata consegnata alla Marina Militare egiziana una delle due fregate Fremm, costruite da Fincantieri. Le due fregate, la cui produzione e fornitura era prevista per la Marina Militare italiana, sono state vendute all’Egitto senza nessuna comunicazione ufficiale al Parlamento.
La famiglia Regeni ha presentato un esposto contro il governo italiano, in una battaglia che noi non vogliamo sia solitaria.
Inoltre, il prossimo 7 febbraio sarà passato un anno dalla carcerazione di Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all'Università di Bologna. Si tratta di una carcerazione preventiva e assolutamente illegale.
Il 9 dicembre durante il primo colloquio concessogli con la madre, Patrick ha affermato di essere fisicamente e mentalmente esausto. Riteniamo che Patrick George Zaki sia detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le sue opinioni politiche espresse sui social media.
L’Italia e l’Europa devono dimostrare la loro fermezza democratica per la tutela dei più elementari ed inalienabili diritti umani; il diritto alla vita, il diritto al giusto processo, la libertà di espressione, la condanna della tortura. La difesa di quei diritti richiede scelte precise, atti concreti, coerenza di comportamenti. Come ha detto il Presidente della Repubblica Mattarella, “l'intangibile dignità della persona è al di sopra di ogni forma di discriminazione e di ogni ordinamento”.
Dunque, la dignità e la memoria di Giulio Regeni valgono più di qualsiasi affare; la libertà di Patrick Zaki e un giusto processo valgono di più di qualsiasi rapporto diplomatico.
Vogliamo dire alla famiglia Regeni e alla famiglia Zaki che non sono soli, e vogliamo dare un segnale al governo italiano.
Per tutte queste motivazioni, abbiamo aderito all'appello lanciato da Un Ponte per e ci mettiamo la faccia!
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