L’emergenza CoViD-19 ha messo in evidenza tutti i limiti dell’attuale modello di sviluppo globale, basato sul continuo e indiscriminato sfruttamento delle risorse, la prevalenza degli interessi dei grandi gruppi industriali e la rincorsa continua dell’idea di un mercato globalizzato, che massimizza i profitti e comprime le libertà e i diritti individuali e collettivi.
Nelle ultime settimane si è imposta al centro del dibattito pubblico la cosiddetta “Fase 2”, cioè la ripartenza del sistema economico, sociale e produttivo del Paese dopo i mesi del lockdown che hanno completamente stravolto la vita quotidiana di ognuno di noi; nel dibattito sulla ripartenza si corre però il rischio di continuare a pensare con la logica precedente l’epidemia, restando aggrappati alla convinzione che “tutto tornerà come prima” e si potrà recuperare il modello economico precedente, che è stato fra le principali cause dell’emergenza sanitaria.
Il mondo post-pandemia dovrà tenere al centro un cambio totale di paradigma, sia sul livello globale che su quello locale, una modifica risolutiva che potrà rappresentare la vera chiave di volta anche per le Regioni del Sud Italia, come la Basilicata, che hanno la responsabilità di fare scelte politiche chiare e radicali in chiave di ripartenza economica e sociale. Per rendere il nostro territorio un luogo in grado di dare risposte efficaci alla cittadinanza in questo difficile momento c’è bisogno di una visione amministrativa e politica di ampio respiro, che tenga all’interno tutti i principali fattori economici in una chiave completamente diversa rispetto a quanto perseguito fino ad oggi. In Lucania esiste una visione complessiva, che permette di affrontare la Fase 2 nel migliore dei modi, con investimenti mirati e concreti; tale visione è quella proposta dalla Legambiente Basilicata che ha messo a disposizione della Regione, degli Enti locali e di tutta la comunità lucana 7 proposte utili per una “ripartenza in chiave green”.
L’organizzazione ambientalista coniuga la tutela dell’ambiente con gli investimenti nelle infrastrutture, nella tutela del territorio e nella spinta verso una collettività più attenta ai bisogni sociali; nello specifico i punti cardine della proposta sono: 1) sblocco degli interventi per la prevenzione del dissesto idrogeologico del territorio; 2) puntare sulla “cura del ferro”, cioè sull’accelerazione dei cantieri legati alle infrastrutture ferroviarie (non necessariamente legate all’Alta Velocità), affiancati anche da un lavoro di manutenzione e adeguamento della rete stradale non più funzionante; 3) accelerare l’iter per la realizzazione degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani, per evitare il cosiddetto “tour dei rifiuti” (la Basilicata è l’unica Regione in Italia ad essere priva di impianti di questo tipo); 4) concludere in tempi brevi le opere di bonifica dei siti inquinati e contaminati, dalle discariche in infrazione alle aree petrolifere, passando per l’Itrec di Rotondella, l’ex Fenice dell’area industriale di Melfi e le aree SIN di Tito e della Val Basento; 5) avviare il completamento in tempi brevi degli interventi sugli impianti di depurazione delle acque e puntare sulla manutenzione della rete idrica regionale, che disperde circa il 50% dell’acqua immessa; 6) favorire il rilancio del settore edilizio puntando sullo stop al consumo di suolo e sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (anche facendo riferimento alle proposte lanciate da Legambiente e FILLEA CGIL nazionali su questa tematica, disponibili al seguente
link;
7) puntare sull’avvio di cantieri diffusi per la digitalizzazione del territorio, attraverso il collegamento con la banda larga per i piccoli Comuni, affiancandola ad un più massiccio piano di investimenti nelle aree interne, nei parchi e nelle aree protette di cui la Basilicata è ricca e che possono rappresentare un vero e proprio volano per l’economia lucana.
Le idee lanciate alla politica e all’amministrazione regionale appaiono chiare, di buon senso e soprattutto fattibili nel breve e medio periodo; rappresentano una modalità differente di approccio al rilancio del territorio lucano e possono essere viste come un modello anche per l’intero Mezzogiorno, nella gestione di questo delicato periodo post pandemia. Come sempre la volontà politica degli amministratori sarà il punto focale della ripartenza, starà a loro scegliere se affrontare la peggior crisi sanitaria, ambientale, sociale ed economica del secolo con le stesse ricette che ne hanno concorso la creazione oppure dare la dimostrazione che un mondo diverso non è solo possibile ma è – oggi più che mai – necessario. Per approfondire è possibile trovare le proposte complete al link:
www.legambientebasilicata.it/citta/276-le-proposte-per-una-ripartenza-post-pandemia-in-chiave-green.