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Mario Visone

Scrittore e docente

Democrazia. Passato e presente di un’idea. Le interviste di Antonio Fico sul pericolo sovranista

Confrontarsi con la democrazia e le sue imperfezioni probabilmente può essere interpretato da molti e molte come un mero esercizio di stile o di retorica. La democrazia viene data troppe volte per scontata. Eppure da sempre l’idea della democrazia è coincisa con quella della costante e perpetua sua indefinita finitezza fino a che non si è compreso che in realtà la democrazia è lotta-per-la-democrazia.

Il tema della più auspicabile forma di governo è alla base del libro “Democrazia. Passato e presente di un’idea”, curato da un eccellente Antonio Fico, che ha intervistato otto delle migliori menti italiane: Luciano Canfora, Nadia Urbinati, Paolo Ercolani, Giovanni Sabbatucci, Marco Revelli, Yves Mény, Giovanni De Luna, Michele Mezza.

Il volume parte dall’analisi della situazione contemporanea in cui la democrazia, stretta tra il capitalismo antidemocratico della globalizzazione e i sovranismi, combatte la sua epocale battaglia per la sopravvivenza. Per affrontare il tema Fico, con grande capacità giornalistica, lascia parlare i suoi interlocutori tra teoria profonda delle idee ed esempi folgoranti che a volte spiazzano, a volte lasciano perplessi, altre volte danno conferma di idee e concetti comunemente riconosciuti.

Luciano Canfora spiega da vicino il funzionamento della democrazia greca, affermatasi in un mondo lontanissimo da quello di oggi ma verso cui tutta l’Europa, o meglio tutto l’Occidente, ha un debito di civiltà enorme . Nadia Urbinati ricorda le grandi innovazioni economiche e tecniche che sgretolarono l’Ancien regime e che portarono, dopo secoli di silenzio, alla riscoperta di un’idea di democrazia radicalmente nuova. Delle grandi rivoluzioni dell’Ottocento parla il filosofo Paolo Ercolani. Lo storico Giovanni Sabbatucci accompagna il lettore lungo la breve e travagliata esperienza delle democrazie liberali, mentre Marco Revelli racconta della rinascita delle democrazie e della loro parabola nel secondo dopoguerra. Yves Mény svela l'equivoco democratico su cui oggi giocano i populisti ovvero l'invenzione di un popolo indistinto – nessun tipo di identificazione se non con quella col capo – che possa decidere senza freni o limiti. Nell'ultima intervista, Giovanni De Luna ci spiega come la democrazia debba parlare non solo alla mente ma anche ai cuori, e perché la democrazia debba essere qualcosa per cui tornare a militare. Chiude un intervento di Michele Mezza sulle opportunità e i rischi della rete e delle nuove tecnologie in genere.

Un testo illuminante, completo, intelligente nella costruzione oltre che nel contenuto. Un testo che andrebbe letto ovunque e a chiunque perché se la democrazia è a rischio, il rischio sta fuori dalla nostra porta.
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