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Elena Hileg Iannuzzi

Laureata in Storia

Attivista, esperta in sistemi di 

empowerment sociale, Welfare e rigenerazione urbana.

Equologica. Guardare al passato per costruire il futuro. 

Dopo una lunga sosta presso l’autoriparatore sinistri, la sinistra, o per meglio dire le sinistre, provano a far ripartire il veicolo di una proposta politica di alternativa.
Dopo una lunga collezione di alleanze elettorali affrettate, liquefatte in breve tempo nella dinamica politica convulsa delle vicende romane, elettorali e territoriali, Equologica si propone il rilancio di un dialogo a sinistra, avviato mediante la creazione del più grande evento on line che il paese abbia mai realizzato, con questo preciso scopo ai tempi della pandemia.
44 tavoli di lavoro tematico, 6 panel di discussione nazionale e una assemblea plenaria che hanno registrato 15.000 accessi da tutta Italia nella giornata del 12 dicembre con l’intento manutentivo e riparatore di un pensiero autonomo a sinistra, fuori dall’autoreferenzialità delle organizzazioni di appartenenza e nella consapevolezza, ormai raggiunta, della non autosufficienza delle proposte oggi in campo.
Un evento significativo e degno di nota nel panorama asfittico della politica odierna, che ha preso la forma della rete, ovvero di una rete delle reti, intesa non come bacino elettorale di elezione o di pesca del consenso, ma come laboratorio collettivo, in grado di ricostruire una comunità politica, e capace di costituire un ponte attraversabile dalle diverse soggettività che compongono la sinistra, ma anche di costruire una passerella praticabile tra movimenti sociali e istituzioni, oggi sempre più distanti anche in ragione della torsione autoritaria dello Stato, di cui la riduzione dei parlamentari è solo il più recente tassello giuridico.
Equologica si è dunque proposta come Agorà e spazio aperto di discussione tra diverse soggettività più o meno organizzate, tra attivisti e amministratori, tra associazioni e partiti, realtà che negli ultimi anni hanno costituito l’arcipelago della sinistra articolata in movimenti sociali, liste civiche, micro partiti e realtà associative disperse e frammentate nel quadro politico, istituzionale e territoriale nazionale.
Lo spazio creato da Equologica in questi giorni ha 3 grandi pregi rispetto ai tentativi realizzati anche nel recente passato, di federare le realtà molteplici della sinistra politica e sociale di matrice ecologista, civica, sindacale e femminista: non è partito dalla riunificazione dei comitati centrali delle organizzazioni di riferimento (ovvero non è sorto da una foto di gruppo dei leader carismatici che ciascuna porta in sé), non è partito dalla ricerca di un capo carismatico e catalizzatore (mi verrebbe da dire taumaturgo) del consenso popolare e non è partito con l’intento di creare un “cartello elettorale”.
Equologica al contrario, ha scelto di praticare un avvio diciamo “dal basso”, ovvero dal più umile intento di focalizzare i temi cruciali, unificanti e trasversali, e di costruire un vocabolario comune tra culture politiche diverse ma convergenti, utilizzando un metodo di lavoro collegiale e un’organizzazione plurale dell’evento, quale pratica fin da subito di una direzione condivisa. Questo rende merito e onore alle principali organizzazioni che l’hanno animata.
Ciò nonostante l’orizzonte di costruzione di una soggettività politica organizzata, l’ambizione di dare vita a un contenitore delle istanze emerse dal confronto e dalla contaminazione reciproca di valori e discorsi, l’aspirazione ad una solidificazione in progetto e programma di quanto emerso dal lavoro di questa rete non è celato, in quanto sentito da molti come urgenza politica vera e propria, di fronte agli scenari che si prospettano, di deriva a destra del paese anche proprio in ragione di una “assenza” della sinistra sul campo e della profonda crisi che attraversa il nostro tempo.
Equologica in tal senso parte dalla necessità di costruzione di un “blocco storico” gramsciano, riunendosi nel giorno del 51mo anniversario della strage di piazza Fontana nella consapevolezza di una sfida duplice, che richiama quello snodo cruciale della storia collettiva: l’emergenza democratica che attraversa il paese di fronte a una destra reazionaria aggressiva ed eversiva dell’ordinamento Costituzionale sorto sulle ceneri del nazifascismo, e la crisi economica che attraversa la società con tratti epocali e, per parafrasare papa Bergoglio, dalla fisionomia bellica nei suoi risvolti sociali e ambientali cataclismatici. Questa crisi sistemica conta i morti di una guerra, infatti.
Il laboratorio politico e sociale di Equologica parte da questa necessità storica, in tutta la sua drammatica evidenza: ricostruire la sinistra, per ricostruire il paese. E con ciò cambiare il mondo.
Questa sfida ambiziosa, è stata ingaggiata con la consapevolezza di chi abbandona qualsiasi presunzione di autosufficienza, ed è per questo che nella sua prima giornata di lavoro ha riunito una grandissima varietà di relatori, esploratori, rappresentanti, attivisti e conoscitori, quali interlocutori di un progetto aperto, anche se probabilmente non tutti confluiranno infine nel nuovo “soggetto” politico organizzato.
Centinaia di personalità, diverse tra loro, che hanno dato vita a un discorso polifonico, da cui potrà emergere, un domani, il canto collettivo di una nuova sinistra.
O almeno questo è quanto auspicato dall’assemblea dei suoi 100 organizzatori. Cui noi facciamo i nostri migliori auguri. 
Per visitare i lavori: www.equologica.com

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