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Mario Visone

Docente e scrittore

Il cifrario di Grot e i 100mila hikikomori italiani

Identikit.
Giovani uomini, di età compresa tra i 14 e i 30 anni, che decidono di isolarsi per i motivi più disparati: perché in conflitto con la società, perché non si percepiscono alla sua altezza, per timore del giudizio altrui, per mistificata superiorità. 
Trovarli non è facile (ed è ancora più difficile farlo nel bel mezzo della pandemia). Da un giorno all’altro decidono di negarsi al mondo e negare a sé stessi il mondo per diventare reclusi, osservati speciali del rifiuto della vita. Trovarli non è facile, dicevo, figurarsi raccontarli.
Grot, il protagonista di Timidi messaggi per ragazze cifrate, volume scritto da Ferruccio Mazzanti per Wojtek Edizioni, è uno di questi giovani uomini. È un hikikomori che prova una solitudine non fisica ma psicologica: una condizione soggettiva, individualista, autentica, autenticamente unica senza maschere o dissimulazioni. Una condizione che ricerca e che vive, quando lo incontriamo nel testo, da oltre 1200 giorni, una condizione che lo mostra ai nostri occhi nella nudità più profonda della sua coscienza, della sua pre-coscienza, dell’odio verso il suo alter ego e le sue invisibili deformazioni craniche. 
Una condizione che Grot affronta rifugiandosi nella sua capacità di elaborare e interpretare la crittografia.
La volontà di nascondersi e la caparbia capacità di farlo coinvolgono l’intimo del protagonista di Mazzanti fino al linguaggio, fino alla profonda modificazione del registro linguistico che dovrebbe essere decriptato, che andrebbe riconosciuto e condotto alla disgregazione del codice per essere compreso.
Un lavoro enorme di studio e cura quello che ha portato l’autore a dare voce a Grot e alle sue distonie cerebrali. Una elaborazione e rielaborazione certosina in cui il lettore è pienamente coinvolto. Da un lato l’affetto, la tenerezza, la frustrazione. Dall’altro, invece, ci sono passaggi e passaggi di Timidi messaggi per ragazze cifrate in cui il lettore soffre di un senso di repulsione violenta verso il protagonista. Una repulsione mai dettata dalla stasi, mai dettata dalla solitudine ricercata, dalla maniacale ripetitività, dalla relazione patologica con il cibo e la pulizia ma dalla paura di varcare l’inferno, dalla paura di diventare senza logica e come effetto collaterale di un male oscuro e alienante un Grot qualsiasi. Un Grot tra i centomila Grot che si nascondono in Italia.
Centomila.
Un numero enorme.  
Il numero che l’associazione Hikikomori Italia afferma sia presente nel nostro Paese e che continui a crescere mentre si cerca ancora di capire quale possa essere l’approccio migliore per confrontarsi con la patologia. 
Timidi messaggi per ragazze cifrate racconta un pezzo di questa realtà, fa di Grot un personaggio di finzione ma allo stesso tempo reale perché scava dove la medicina stenta a scavare, perché affonda dove le psicopatologie hanno messo radici. Se solo arrivasse a penetrare anche il muro, potrebbe sciogliere. Se solo potesse liberare, potrebbe riportare al movimento della vita, al gusto della forma estetica.
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