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Lettera ricevuta

Lista Civica 

La politica perbene

Il sindaco finisce sotto scorta e il Consiglio comunale si dimette

Sembrerà strano, ma è proprio quanto accaduto a Brusciano. Questa cittadina di 16.000 anime, in provincia di Napoli dove, fino a stamattina, era sindaco Giuseppe Montanile. Un avvocato con alle spalle un percorso nell’Arma dei Carabinieri che si è battuto in prima persona per fronteggiare il malaffare. Nel giro di una settimana gli è stata affidata una forma di protezione personale per delle minacce ricevute e contestualmente 14 dei 16 consiglieri comunali si sono dimessi. Così facendo hanno posto fine all’amministrazione Montanile. 

Ma come sono andate le cose? Andiamo con ordine. L’ormai ex Sindaco Giuseppe Montanile ha contribuito, in qualità di testimone, all’arresto di due individui che avrebbero sequestrato e torturato un uomo per motivi oggetto d’indagine. La Procura è poi venuta a sapere di alcune minacce mosse da persone vicine agli arrestati, nei confronti del sindaco. Montanile viene quindi convocato in Procura per la notifica della protezione personale. Proprio in quel frangente 14 consiglieri comunali depositano le dimissioni e spariscono in un vergognoso silenzio. 

La popolazione si stringe attorno all’avvocato Montanile, consapevole del buon operato che quest’ultimo stava attuando a Brusciano. Da parte dei dimissionari invece nulla. Un silenzio assordante che fa inevitabilmente pensare male. Nessun messaggio di solidarietà al sindaco sotto scorta. Nessuna dichiarazione di vicinanza. Il sindaco viene di fatto abbandonato dai consiglieri. Solo alcuni, con un ingiustificabile ritardo di tre giorni, si rifanno vivi sui social con slogan raffazzonati e discorsi scopiazzati qua e là, ma per i primi giorni solo insulti e falsità verso Montanile ed un pizzico di negazionismo sulla pericolosità della camorra. 
Sì perché Brusciano è una delle principali piazze di spaccio dell’hinterland napoletano e c’è qualcuno che intende sminuire la cosa. Mentre i consiglieri dimissionari accampavano scuse per giustificare la sfiducia al sindaco, in una fase di recrudescenza dell’ondata pandemica ed in piena crisi economica e sociale, Brusciano e le istituzioni non si sono fatte attendere. I consiglieri hanno diffuso via social un documento recante 13 punti, sui quali Montanile sarebbe stato incapace di intervenire e quest’azione si configura come l’ennesimo e becero tentativo di prendere in giro gli elettori, raccontando falsità. I 13 punti succitati, relativi ai progetti presenti nel programma elettorale, sono facilmente smantellabili. I fatti ci sono e risiedono nella Casa Comunale. La verità è un’altra. La verità è che Montanile è stato un sindaco perbene. Un professionista integerrimo, serio e competente, che ha lavorato giorno e notte (letteralmente) per restituire la normalità ad un paese vessato dalle sparatorie e rassegnato a divenire dormitorio. La lotta al malaffare è stata la bandiera di Montanile, sin dalle prime fasi della campagna elettorale, quando si è presentato alle elezioni con un gruppo di giovani di belle speranze e con ottimi curriculum. La lista civica che ha dato nome a quel progetto si chiama La Politica Perbene. Giovani studenti e lavoratori, con storie, famiglie e personalità, limpide e trasparenti. La Politica Perbene ha creato subito problemi alle coalizioni avversarie, sin dal nome. Non tutte le coalizioni potevano dire di essere “perbene” ed il fatto che qualcuno si vantasse in giro di esserlo, ha creato molti grattacapi. Ad ogni modo, quei giovani competenti sono stati un vero traino per Montanile, che è riuscito a coinvolgere una grossa fetta della popolazione, che alla fine ha scelto lui come sindaco. Tuttavia la coalizione che ha visto la vittoria di Montanile era da considerarsi dalle larghe intese. All’interno, oltre ai giovani di cui sopra, vi erano persone già avvezze alla politica locale, che già avevano avuto esperienza in consiglio comunale. La speranza era che costoro sarebbero stati in grado di mantenere fede ad un documento di rispetto reciproco sottoscritto da Montanile e le civiche della sua coalizione. In sostanza sono poi venuti meno ad ogni principio sancito in quel patto, non rispettando nemmeno la firma che loro stessi hanno apposto. 
Come mai? È presto detto. Montanile si dimostra da subito un osso duro, uno incorruttibile, uno di quelli che vuole leggere un documento prima di firmarlo. Le amministrazioni precedenti firmavano senza badare più di tanto al contenuto probabilmente ed anche qui i risultati si sono visti. A Montanile si deve l’ottimizzazione della macchina amministrativa e degli uffici comunali, il ripristino della facciata del Municipio e molti lavori pubblici. Ma a lui si deve anche un cambio di passo rispetto ai suoi predecessori. “Questa non è la mia stanza. Questa è la Casa Municipale, è casa di tutti” ripeteva. Durante la sua amministrazione la porta del suo studio era sempre aperta per istanze, idee e proposte. Nonostante tutte le grane ovviamente. 

La questione del sindaco scortato e sfiduciato allo stesso tempo, arriva all’orecchio di Sandro Ruotolo, senatore di sinistra che, raccolta l’istanza di Montanile, assieme a Libera ed altre realtà solidali del territorio, si è recato a Brusciano domenica 7 marzo per fare il punto della situazione. Con lui anche Gennaro Migliore, senatore di Italia Viva, Tommaso Sodano, ex Senatore di Rifondazione Comunista e molte associazioni, in prima linea per la difesa dei beni comuni e per la promozione della legalità. 
Ancora una volta dobbiamo constatare che un sindaco che lotta per la legalità dà fastidio. Al momento la sfiducia dei consiglieri al sindaco, concomitante con la disposizione della scorta, ha fatto smuovere le autorità e la cosa è giunta sino al Viminale. Il nesso tra i due fatti non c’è? È solo una sfortunata coincidenza? Semmai ci sarà un’indagine in merito, speriamo che questo punto venga chiarito. Brusciano perde un sindaco serio e disponibile ed i più se ne sono resi conto. Molti cittadini si dichiarano affranti e rassegnati al fatto che nulla cambierà veramente. Sta di fatto che il colpo basso c’è stato, l’affronto è stato fatto, non all’uomo, ma alla legalità.
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