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Frida Uruçi

Lettera a chi odia me donna.

Spesso esorcizzo il drammatico con una risata ironica. 
Condisco tutto con un po' di ironia, i dolori, le paure, i difetti. 
È la mia migliore arma nonostante io sia una pacifista e per diventarlo ho fatto tante guerre con me stessa, ma ne sono uscita vincitrice. 
Ecco, sono fiera di me.
Oggi più che mai. Oggi che è un giorno brutto, tira una brutta aria, le persone sono brutte. 
Poi mi guardo allo specchio e dico : non tutti per fortuna. 
Mi chiamo Frida, mi presento spesso anche a me stessa, ci si può perdere facilmente oggi, si perde la memoria, la dignità, il polso, le password dei social. 
Ecco, mi chiamo Frida Uruçi, con la "ç" francese. Di francese ho solo la "ç", un diploma che certifica la mia conoscenza in questa lingua, qualche opera letteraria di Dumas, Camus, Hugo, e tante canzoni romantiche degli anni 60/70 che probabilmente neanche i francesi ascoltano.
Per tutto il resto sono albanese. 
Albanese vera, pura, DOP.
Paura eeee...?!
Fate bene, vi ho avvisati che sono armata, e attenzione perché ho amici importanti, voi non sapete chi sono io. 
Cosa ci faccio qui? 
Rubo il lavoro agli italiani, che domanda... 
Non a tutti, sia chiaro. 
Ho studiato trucco artistico, qualche corso di comunicazione, public speaking e mi sono trovata a viaggiare in Italia e nel mondo. 
Facile?
Facilissimo, tutti lo possono fare. Basta avere un ottima concentrazione, una buona dote comunicativa, saper improvvisare, una buona resistenza fisica, mangiare in orari assurdi, tollerare sguardi che ti danno un voto, essere sotto giudizio costantemente, saper sorridere, conoscere la storia e la cultura del popolo che ti ospita e il giorno dopo essere pronti per un altro paese. 
Dal salmone a colazione allo tzaziki alle 2 di notte.
Senza passare dal via. 
Possibilmente con un inglese migliore di quello di Renzi. 
Mi sarebbe piaciuto arrivare subito dove sono oggi e invece ho fatto la gavetta per anni, ho lavorato in nero, mi hanno sottopagata, non mi hanno pagata, non mi hanno pagato i contributi, cose che succedono in Alb... In Italia volevo dire, quindi ho mandato giù rospi senza protestare tanto, perché mi dicevano: qua funziona così. 
Albanesi Italiani, una faccia una razza.
Ah era greci? 
Vabbè greci, italiani, albanesi, una faccia una razza. 
No?! Non è d'accordo? Devo tornare da dove sono venuta se non mi piace? Ma io non ho detto che non mi piace qui, ci vivo da 18 anni, pago le tasse, le bollette, il mutuo, spesso mi arrabbio come gli italiani, e faccio battute ironiche e sarcastiche. 
Sono una troia? Una puttana? Razza di merda? Albanese di merda? Ma perché?!
Perché la penso diversamente da lei? 
Quindi è meglio non parlare, non prendere posizioni, non avere ideali e non esprimere le proprie idee. Soprattutto non con dell'ironia, e niente sarcasmo. Eddai, da quando esistono le donne straniere che lavorano, che studiano, che vivono onestamente? E poi tu non mangi neanche la lasagna, quindi risparmiaci le tue idee e fai la straniera, altrimenti sai già cosa sei. 
Ecco, non per tutti. Non tutta un fascio. 
Quel fascio c'è sempre stato, non è nato in laboratorio di recente, è solo che si sono fatti grossi con dei portavoci, con dei leader e si sentono liberi di vomitare odio e rabbia. 
Sono radioattivi.
Li hanno scoperchiati.
Ultimamente sono "vittima" di questi soggetti. Che non sanno controbattere, non hanno competenze linguistiche, conoscenze storiche ma soprattutto non conoscono il soggetto in questione ma insultano e offendono la mia persona, la mia intelligenza con frasi sessiste e razziste. 
Ripeto, non conoscendomi. 
Non sapendo la mia storia, non sapendo di avere servito la giustizia di questo paese, non conoscendo il viaggio difficile che ho percorso. 
Perche non puoi essere straniera, carina e magari dall' intelletto pungente. Sono caratteristiche non contemplate per quel fascio. 
Sei solo una troia albanese. 
Che, cari ignoranti, per vostra sfortuna ha viaggiato mezzo mondo, parla qualche lingua, ha una buona posizione lavorativa, ha un bel aspetto, dotata di ironia, legge qualche libro, e non fa' la mantenuta. 
Vi auguro figlie femmine, generi da terre lontane, di altre religioni e altre culture, vi auguro di contaminarvi, non per scelta vostra. 
Vi auguro di essere almeno una volta "gli altri" nella vita. 
Tranquilli, so che non ci sono gli estremi per un premio Nobel alla tolleranza, mi basta avere bevuto un vino pessimo seduta per terra con il vicedirettore di questa azienda, che permettete, è una persona molto umile e dall'intelligenza spaventosa, tanto quanto la vostra ignoranza. 
Altro non siete che portatori sani di ignoranza, di un pene e di una buona connessione internet. 

Ah... Non sapevate che la Nobel è un'azienda?!
Eppure di esplosioni ne state facendo una certa esperienza.



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