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Mario Visone

Sccrittore e blogger

Lettera aperta ai cittadini e alle cittadine della Lombardia.

"Cara Lombardia, mi dispiace"
Non l'ho letto un editoriale intitolato così. 
E mi dispiace tanto perché si tratta di constatare che certe testate nazionali il loro dovere non lo fanno. 
Per paura? Non lo so. 
Per connivenza? Nemmeno lo so. 
Probabilmente, per pura ritrosia a non assecondare il potere. 
"Hanno lingue allenate a battere il tamburo" cantava De Andrè e le invincibili penne non sono nemmeno più in memoria. 
Intanto, a me dispiace e sento il bisogno di scriverlo perché i fatti che hanno colpito tanto duramente la Lombardia, i suoi cittadini, i tanti amici e le tante amiche che vivono lì, meritano premurosa cura ma anche delle opinioni chiare, pulite, limpide per significato e linguaggio. 

Allora io lo dico subito: mi dispiace perché sono profondamente convinto che i cittadini lombardi non meritano Gallera e l'intera classe politica che gli gira intorno; perché sono assolutamente convinto che si tratti di una classe dirigente di infima qualità allevata alle privatizzazioni, alla rapace tentazione della conquista e della menzogna seriale; mi dispiace perché so che i lombardi sono un popolo migliore di chi li amministra.

Spero che, nei giorni a venire, molti che si sono sentiti offesi capiranno che nessuno ha un problema personale o politico con la Lombardia.
Credo che in breve tempo potranno rendersi conto che, vista da lontano, la gestione del Covid 19 in Lombardia è stata davvero allarmante. 

E non si è mai trattato di sciacallaggio, sia chiaro.

Nessuno ha mai voluto fare sciacallaggio né sui morti né sulla disperazione e sapete perché?
Perché lì, in Lombardia come in tutto il nord Italia, ogni meridionale coltiva un pezzo di cuore, di famiglia, di amicizia. Un pezzo di sé. E per quel pezzo ha pianto lacrime per Bergamo, per Brescia, per la piccola Codogno. 

Così non ha faticato a imparare la lezione: nessuno si salva da solo.Non si salva la Lombardia, non si salva il Meridione, non si salva Roma Capitale.

Per questo, sia chiaro una volta e per sempre, che nessuno ha mai voluto impossessarsi della Lombardia, nessuno ha mai voluto rinchiudere i lombardi in una tana.
 
Cari amici lombardi e care amiche lombarde, osservate con gli occhi del tempo, giorno per giorno, settimana per settimana, l'operato di Galleria e Fontana, il loro blaterare giocato in funzione politica, le loro disgrazie.
Osservateli bene ma, se non volete tornare indietro per non rivivere ciò che è successo, leggete le ultime parole di Gallera:

"0.51 cosa vuol dire? Che per infettare me, bisogna trovare due persone allo stesso momento infette, e non è così semplice trovare due persone allo stesso momento infette per infettare me. Quando è a 1 vuol dire che basta che incontri una persona infetta che mi infetto anche io”.

Capirete che una dichiarazione del genere fatta dall'assessore alla sanità, fa sorgere legittimi dubbi sulla gestione della crisi Covid in Lombardia e sullo spavento vero che faceva la loro evidente incapacità. Questo signore dopo mesi di crisi non ha ancora capito nulla, non sa ancora di cosa parla. Senza alcuna vergogna, con la supponenza tipica di chi crede di essere invincibile, va in TV e proietta la sua incompetenza. 

Cari amici lombardi e care amiche lombarde, mi dispiace davvero che vi sia capitato in sorte di essere governati in questa crisi dalla peggiore classe politica della storia della Regione ma adesso vi toccherà anche il privilegio di liberarvene.

Fatelo. Ve ne prego. 
Per voi. 
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