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Paolo De Martino

Attivista politico

Napoli tra domande consuete e la ricerca di nuovi protagonisti. 

Qualche giorno fa il consiglio comunale di Napoli ha approvato il bilancio grazie ad alchimie politiche di palazzo. L’assenza di Forza Italia e il voto favorevole di una consigliera ex PD, Anna Ulletto, hanno evitato il peggio. Sia chiaro, chi si augurava il commissariamento è uno sciacallo. Non solo per il periodo particolare che attraversiamo, ma anche perché a sei mesi dalle elezioni sarebbe stata una sciagura politica, economica e sociale per la città. L’opposizione, nello specifico PD e 5Stelle hanno avuto più volte la possibilità di sfiduciare il sindaco, ma hanno fatto melina in consiglio e, fuori dalle mura di Via Verdi, non hanno mai fatto una concreta attività politica. La loro ostruzione risulta, pertanto, patetica e in ritardo. La città da tempo aspetta che si crei una vera alternativa a questa amministrazione che dopo un decennio scivola verso il declino. Sarà pur passato il bilancio ma la sconfitta politica di De Magistris è conclamata, ancorché già annunciata. Il sindaco negli ultimi anni ha fatto delle scelte che lo hanno isolato. Alcune sue decisioni, come il cambio continuo degli assessori, ha influito negativamente nella base del movimento e nei partiti di coalizione. Il partito personale di De Magistris non è mai decollato perché non è mai stato fatto un percorso condiviso ma solo accentrato su di lui e i suoi fedelissimi. I militanti di DemA hanno subito i vari cambi di rotta, vedi alla voce europee e regionali, creando confusione e spaccature. DemA conta tanti iscritti, diversi consiglieri e presidenti di municipalità, assessori, amministratori delle partecipate e di città metropolitana. Tra questi ci sono molti che ogni giorno con competenza e passione sono presenti nelle istituzioni. Non si può non tener conto di questo nel dibattito politico. Non si può disperdere l’ottimo lavoro svolto in alcune municipalità.

In città, a Napoli, ci sono tanti gruppi, associazioni, cittadini, di estrazione centro-sinistra che si incontrano, si confrontano sul futuro della città. Sono preparati, competenti e con idee davvero innovative, dalla mobilità all’urbanistica, dalle politiche sociali alla partecipazione. La maggior parte sono i giovani di questa città, che immaginano una Napoli moderna. Ma siamo a sei mesi dalle elezioni e i vari movimenti cittadini non sono ancora riusciti a far emergere una candidatura dal basso. Nessun nome.

Attualmente c’è una frammentazione politica evidente che non riesce ad esprimere un’alternativa condivisa. Quello che si percepisce è che manca il coraggio di mettersi insieme e provare a fare una battaglia di testimonianza per entrare in consiglio con un programma innovativo. Invece, si ha la sensazione che si stiano aspettando le mosse dei partiti nazionali. In tal caso i movimenti estemporanei nati per “cambiare” si sgretoleranno in candidature individuali sparse. A questo punto, è evidente che la scelta del candidato Sindaco avverrà a Roma, i partiti nazionali di governo a Napoli non hanno la forza e non hanno azione politica in città. La sinistra storica napoletana è in perenne ricerca di una casa comune in stile beckettiano. Sembra di rivivere lo scenario delle recenti elezioni regionali. Napoli meriterebbe un dibattito collegiale di tutto il centro sinistra. Le primarie, che bella parola. Sulla carta un gran bel processo democratico, ma abbiamo già visto come funziona. Però si possono mettere in campo diverse forme di partecipazione per la costruzione di un’idea di città condivisa.

Napoli è più viva di quanto si possa immaginare, è la guida politica che manca. In questi giorni è stato nominato Don Mimmo Battaglia arcivescovo di Napoli. Per chi conosce il mondo ecclesiale cittadino sa bene quanto sia stato importante scegliere un prete di strada come guida religiosa della città. È stato un dono di Papa Francesco. Napoli è pronta per il cambiamento. Al pari della chiesa, la politica non può esimersi dal rinnovare la classe dirigente. A questo giro le elezioni comunali saranno molto importanti, ci sono tanti progetti da far ripartire. Napoli ha bisogno di progettualità e non più demagogia, in particolare su temi atavici come Bagnoli, le periferie, i trasporti e l’urbanistica. ANM verrà privatizzata? La Napoli Servizi è stata un’ottima scelta? Bagnoli sarà un polo turistico? L’ex-Base Nato sarà ancora una cattedrale nel deserto? Come verranno spesi i soldi per il centro storico? Tanti sono i quesiti, che si apra una fase nuova e duratura che coinvolga tutto il centro-sinistra evitando doppie candidature, la destra è in agguato.
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