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Mario Visone

Docente e scrittore

Nessuno tocchi la casa cantoniera di Oulx 

Il confine italo-francese va guardato con particolare attenzione. La situazione dei migranti in transito lungo la frontiera nord-ovest tra Italia e Francia è costantemente critica. A ciò va aggiunta la voglia di ordine e disciplina che impazza dalle parti dell’Alta Valle di Susa che può mettere a rischio l’unico punto di assistenza e vicinanza per chi transita: la casa cantoniera autogestita di Oulx, “Chez JesOulx”  
A denunciarlo sono i volontari dell’Alta Valle che esprimono la più profonda preoccupazione per ciò che sta accadendo e che potrebbe accadere.

In particolare, i volontari hanno reso noto che da settembre 2020 a tutto gennaio 2021 c’è stato il passaggio in Oulx di circa 5000 persone, prevalentemente nuclei famigliari con minori e donne anche in stato di gravidanza provenienti dalla rotta Balcanica: dalle 50 alle 100 persone che si sono fermate quotidianamente al rifugio Fraternità Massi e alla casa cantoniera occupata.
Solo grazie all’opera dei volontari e alla solidarietà dei tanti cittadini che ogni giorno offrono accoglienza, assistenza, vestiario, ascolto, informazioni alle migliaia di persone che transitano, il passaggio ha avuto parvenze di umanità. 
Tuttavia, nonostante anche il Comune di Oulx si sia reso parte attiva della rete di accoglienza rendendo possibile l’apertura del rifugio Fraternità Massi nei locali dei Salesiani, sono ancora molteplici le criticità.

Il preannunciato sgombero della casa cantoniera occupata avrebbe come conseguenza la presenza per strada, all’addiaccio, di decine di donne, uomini e bambini che non avrebbero altro posto dove andare.

Una follia securitaria e burocratica perché  ognuno può comprendere le conseguenze che questa eventualità potrebbe portare alla salute delle persone costrette a rimanere per strada in un contesto in cui sono forti le derive di intolleranza e di razzismo.


La verità è che manca ad Oulx un’assistenza sanitaria adeguata ai bisogni delle persone in transito. Quotidianamente i volontari dell’Alta Valle accompagnano alla guardia medica ragazzi (anche minori) con problemi di congelamento o necrosi agli arti, donne in avanzato stato di gravidanza, bambini con patologie legate al freddo, persone con gravi lesioni e infezioni alle gambe e ai piedi dopo aver trascorso giorni in cammino nei boschi balcanici o aver subito violenze da parte della polizia croata e bosniaca. D'altronde mancano progetti integrati di accoglienza e protezione tanto più che il rifugio Fraternità Massi ha una durata limitata al mese di aprile 2021 e non si ha alcuna certezza di cosa accadrà da maggio nonostante le notizie che arrivano dal fronte balcanico, e in particolare dalla Bosnia, riportate da tutti i mezzi d’informazione lascino presagire un drammatico aumento dei flussi in Italia.


Per questo la casa cantoniera autogestita non va toccata come ha affermato anche il MEDU (MEdici per i Diritti Umani) per il quale è necessario che “i Sindaci dei Comuni di Bardonecchia, Oulx, Cesana, Claviere e, in generale, dell’Alta Valle di Susa e la Prefettura si facciano carico della situazione di emergenza attualmente in corso e si adoperino per predisporre nell’immediato strutture con un numero di posti adeguato e condizioni di accoglienza dignitose e coerenti con la normativa anti-Covid, nel rispetto della dignità umana e a tutela della salute individuale e collettiva”. 

Le foto sono pubblicate per gentile concessione di Francesco Ciaramella.

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