Mario Visone
Docente e scrittore
Mario Visone
Docente e scrittore
Il preannunciato sgombero della casa cantoniera occupata avrebbe come conseguenza la presenza per strada, all’addiaccio, di decine di donne, uomini e bambini che non avrebbero altro posto dove andare.
Una follia securitaria e burocratica perché ognuno può comprendere le conseguenze che questa eventualità potrebbe portare alla salute delle persone costrette a rimanere per strada in un contesto in cui sono forti le derive di intolleranza e di razzismo.
La verità è che manca ad Oulx un’assistenza sanitaria adeguata ai bisogni delle persone in transito. Quotidianamente i volontari dell’Alta Valle accompagnano alla guardia medica ragazzi (anche minori) con problemi di congelamento o necrosi agli arti, donne in avanzato stato di gravidanza, bambini con patologie legate al freddo, persone con gravi lesioni e infezioni alle gambe e ai piedi dopo aver trascorso giorni in cammino nei boschi balcanici o aver subito violenze da parte della polizia croata e bosniaca. D'altronde mancano progetti integrati di accoglienza e protezione tanto più che il rifugio Fraternità Massi ha una durata limitata al mese di aprile 2021 e non si ha alcuna certezza di cosa accadrà da maggio nonostante le notizie che arrivano dal fronte balcanico, e in particolare dalla Bosnia, riportate da tutti i mezzi d’informazione lascino presagire un drammatico aumento dei flussi in Italia.
Per questo la casa cantoniera autogestita non va toccata come ha affermato anche il MEDU (MEdici per i Diritti Umani) per il quale è necessario che “i Sindaci dei Comuni di Bardonecchia, Oulx, Cesana, Claviere e, in generale, dell’Alta Valle di Susa e la Prefettura si facciano carico della situazione di emergenza attualmente in corso e si adoperino per predisporre nell’immediato strutture con un numero di posti adeguato e condizioni di accoglienza dignitose e coerenti con la normativa anti-Covid, nel rispetto della dignità umana e a tutela della salute individuale e collettiva”.
Le foto sono pubblicate per gentile concessione di Francesco Ciaramella.