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Notizie d’Oltralpe:il punto della situazione sulla pandemia Covid.

Tra secondo lock down, proteste ed esplosione di contagi .

Evelina Leone

Docente e ricercatrice


Facciamo un passo indietro: il 14 ottobre 2020, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha parlato alla nazione in un’intervista trasmessa in diretta da TF1 e France 2.

Macron ha risposto alle domande dei due giornalisti presenti in studio, spaziando su molti temi, dando priorità alle problematiche economiche. Ha illustratole misure messe in atto dal Governo riguardo le vacanze, il telelavoro e il coprifuoco.


A seguito delle dichiarazioni dell’inquilino dell’Eliseo, in alcune regioni di Francia e città metropolitane, è scattato il coprifuoco dalle 21:00 e fino alle 6:00 di mattina per circa quattro settimane. Si tratta di alcune delle più grandi città dell’Esagono: Grenoble, Lille, Lyon, Aix-Marseille, Montpellier, Rouen, Saint-Étienne e Toulouse.


Oltre al coprifuoco, Macron ricorda un’altra regola importante: limitare il numero degli invitati a casa propria a 6 persone così come al tavolo del ristorante. Senza dimenticare che resta in vigore l’obbligo d’indossare la mascherina, pena una sanzione di 135€, nei luoghi chiusi, al lavoro, nei mezzi pubblici e in strada. S’invitano le persone ad areare frequentemente le abitazioni, a lavarsi le mani con gel idroalcolico e a rispettare le distanze di almeno un metro.


Queste misure restrittive sono state attuate per ridurre i contagi che, al 24 ottobre, erano di circa 20.000 nuovi casi al giorno, tanto da costringere il Premier, Jean Castex, a dichiarare, durante la conferenza stampa settimanale del 22 ottobre, che “la situation sanitaire de la France est grave” (che la situazione sanitaria della Francia è grave).


Perché sì, la situazione sanitaria è, davvero, molto seria anche in Francia.

Sul sito internet ufficiale dell’Eliseo, si legge che c'è stata un’accelerazione improvvisa dell'epidemia su tutto il territorio nazionale, facendo registrare, ogni giorno, tantissimi nuovi casi di persone positive.


Come si può ben immaginare, il coprifuoco ha mandato su tutte le furie il settore della ristorazione e non solo quello. Il Governo ha promesso di non lasciare soli gli operatori del settore, mettendo in campo delle misure di sostegno all’economia come lo “chomage technique” (la disoccupazione parziale)


Purtroppo, il coprifuoco si è dimostrato insufficiente e quindi mercoledì 28 ottobre 2020, il Presidente della Repubblica annuncia misure più restrittive per interrompere la catena di contagi. A partire da giovedì notte, tutta la Francia è, di nuovo, in “confinement” ovvero lock down per quattro settimane. Questo dispositivo è valido per la Francia metropolitana e la Martinica tra i territori d’oltremare.


Facciamo un po’ il punto della situazione. Che cosa cambia rispetto alla primavera scorsa? Come lo afferma lo stesso Macron, consapevoli degli errori del passato, molti settori strategici non si fermeranno sia nel pubblico che nel privato. Sono state previste delle deroghe più ampie rispetto al primo “confinement”.


Difatti, molte imprese, statali e private nei settori strategici tra cui l’agricoltura continueranno il loro lavoro indisturbate. In ogni caso, il Governo incoraggia fortemente il ricorso del telelavoro, là dove è chiaramente possibile, per limitare gli spostamenti.


Tutta la pubblica amministrazione lavorerà normalmente, non come durante il primo lock down. Nei tribunali, si terranno le udienze, gli sportelli delle Poste resteranno aperti, così come quelli di altri servizi essenziali. Continueranno senza sosta anche i lavori pubblici. La macchina amministrativa francese non si può, e non si deve, assolutamente fermare.


Restano aperte tutte le scuole di ogni ordine e grado, fatte salve le università e la formazione superiore che, invece, sarà solamente online. Dopo le vacanze scolastiche de la “Toussaint” (Tutti i santi), le scuole riprenderanno normalmente ma con “protocoles sanitaires renforcés” (dei protocolli sanitari più rigidi).


Questo (dei protocolli sanitari) è un tema molto scottante che ha spinto alcuni sindacati a chiedere maggiore chiarezza. Tanti, tra insegnanti e personale amministrativo scolastico, si dicono preoccupati per il rientro in classe non capendo bene in che cosa consistano veramente queste famose misure sanitarie.


Nel frattempo, oramai, l’obbligo di mascherina è in vigore in tutte le scuole fino alle elementari. Ecco la novità di questo nuovo “confinement”: anche i bambini di 6 anni indosseranno la mascherina in classe.


Rispetto alla primavera, le scuole continuano regolarmente la loro attività didattica. Questo comporta il fatto che un genitore sia autorizzato ad uscire di casa per accompagnare ed andare a riprendere i propri figli a scuola. Sempre a patto che sia munito dell’autocertificazione, scaricabile dal sito del Ministero degli Interni preposto, altra delle novità di questo secondo lock down.


I negozi considerati come non essenziali resteranno chiusi così come i luoghi di cultura: i teatri, i cinema e musei. A questi ultimi, si aggiungono anche luoghi di aggregazione come i ristoranti, i bar, le piscine, le palestre. Ma sarà vietato spostarsi da una regione all’altra se non per consentire il rientro presso il proprio domicilio dalle vacanze.


Secondo le nuove disposizioni, sarà possibile uscire di casa, previa autocertificazione, per recarsi al lavoro, quando il telelavoro non è possibile; per effettuare acquisti di generi alimentari; per andare in ospedale oppure per una visita medica.


Lo stesso discorso vale anche per altre attività essenziali come portare a passeggio il proprio animale domestico, fare sport e uscire per prendere una boccata d’aria ma solamente per non più di un’ora al giorno e nel raggio di un chilometro dal proprio domicilio. E, rispetto alla primavera, resteranno aperti i parchi, i giardini pubblici, le spiagge e le foreste.


Sarà possibile, inoltre, spostarsi, sempre previa autocertificazione, per prendersi cura delle persone anziane facenti parte della famiglia oppure far loro visita se queste vivono in “EHPAD établissement d'hébergement pour personnes âgées dépendantes” (case di cura per persone che necessitano di assistenza).


Riassumendo, queste sono le misure adottate dal Governo ma, come chiesto dal Presidente Macron, una grande parte del lavoro nella loro attuazione spetta ai sindaci e, soprattutto, ai prefetti perché non è tutto così lineare come sembra.


Il Governo invita a limitare gli spostamenti e a limitare l’uso dei mezzi pubblici. Ma spostarsi in una città come Parigi e la sua provincia, ad esempio, può spesso comportare più di un’ora abbondante di viaggio. E non tutti posseggono un’automobile privata, come fa un cittadino ad andare a lavorare? Queste regole mettono a dura prova i francesi e necessitano di una certa flessibilità nella loro applicazione, come ha specificato l’inquilino dell’Eliseo.


Come recita un detto francese “métro, boulot, dodo” (metropolitana, lavoro, casa): la vita dei Francesi sarà scandita dal lavoro, dagli spostamenti in metropolitana e dalla vita domestica, una volta rientrati a casa. Cosa che ha fatto arrabbiare una parte dell’opposizione.


Basteranno queste misure restrittive a far abbassare i contagi che, nelle ultime settimane, stanno crescendo in maniera esponenziale? C’è in ballo non solo la salute pubblica ma anche la tenuta del sistema sanitario nazionale. Ce la faranno gli ospedali e il personale medico a far fronte a questa nuova ondata che, come dice il Presidente Macron, mieterà molte più vittime della prima?


Le opposizioni, le associazioni di categoria, i sindacati si dicono sconcertati della maniera “poco democratica” con la quale sono state decise queste misure che definiscono liberticide. Ragione per la quale, in molti sono sul piede di guerra contro Macron.


La classe docente ed amministrativa della scuola considera che il Governo non stia facendo ogni sforzo possibile per farli lavorare in sicurezza. Per cui, contro “une illusion de protocole sanitaire” (il miraggio del protocollo sanitario), il sindacato Snes-Fsu ha depositato il preavviso per uno sciopero dal 2 al 7 novembre.


Per non parlare dei diversi settori quali quello turistico, culturale e di eventi che hanno subito perdite pesantissime già con il primo “confinement” e che, con il secondo stop, rischiano davvero di chiudere i battenti una volta per tutte.


La protesta dei piccoli commercianti, per quanto circoscritta, sta prendendo piede. Tanto è vero che alcuni sindaci, denunciando una disparità di trattamento rispetto alle grandi catene, hanno preso le difese dei “commerces de proximité” (dei negozi di quartiere), duramente colpiti da questo secondo lock down.


Per stemperare un po’ il clima, ed evitare disparità di trattamento, da martedì, saranno chiusi i reparti “non essenziali” dei grandi magazzini. Intanto, i librai, giudicati come non essenziali, non si sono dati per vinti e hanno fatto sentire la loro voce. La loro protesta è stata raccolta dal web e dalla stampa, animando il dibattito di questi ultimi giorni.

In ogni caso, il Governo spinge perché le vendite si facciano online anche per i piccoli e medi negozi, assicurando loro degli incentivi. Questo vale anche per la pubblica amministrazione e per le imprese.


Intanto, il Senato ha votato la proroga dell’“état d’urgeance sanitaire” (stato d’urgenza sanitario) fino al 31 gennaio 2021. In attesa di un nuovo progetto di legge che sarà presentato all’Assemblea nazionale per estenderlo fino al 16 febbraio.


Se queste misure messe in campo dall’attuale Governo francese daranno o meno i benefici sperati, lo si potrà dire solo alla fine del “confinement”. Per il momento, è ancora presto per i bilanci.


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