Layout del blog

Pensaci Giacomina!

Enrica Leone

Docente e scrittrice

Mentre da sinistra e destra ci si scapezza per dire quanto è importante avere una donna presidente, la questione femminile, intesa come evidente rimozione dell’emancipazione della donna dal copione storico che le è stato affibbiato, è fatto evidente e neppure troppo eclatante. La faccio semplice, in cambio della “prima donna presidente” dobbiamo rinunciare ad un ruolo attivo e riconosciuto nella società e nella politica. Niente di nuovo purtroppo, da sempre il racconto storico e politico si fa escludendo le donne o riducendole a ruolo di gregarie, piccole, indispensabili aiutanti di maschi vincenti ed eroici. È successo, abbastanza prevedibilmente, per i totalitarismi, è successo anche, in modo più difficile da sopportare, per la narrazione ufficiale della Resistenza. 


Del lavoro fondamentale svolto dalle donne partigiane, si sono occupati diversi romanzi e alcuni scritti, di come questo lavoro non abbia avuto il giusto riconoscimento dalla politica repubblicana, in nessuno schieramento, è oggi finalmente oggetto di studio. Ci sono donne il cui nome merita di essere ricordato, donne come Giacomina.

Su in Emilia la conoscono così la Giacomina, non c’è bisogno di dire altro, perché il suo attivismo civile, nonostante l’età, non si è mai fermato ed è stato finemente raccontato in una biografia davvero originale scritta da Elisabetta Salvini e Lorena Carrara.

Quella di Giacomina è la storia di un paese in guerra che ha lottato per la pace. La biografia ha un impianto narrativo molto efficace perché riesce a rendere ciò che la vita di Giacomina è stata ed è, un dialogo continuo, incessante con la storia, con chi l’ha fatta e con chi la vive, penso ai giovani italiani e berlinesi con cui si è confrontata, alle giovani donne cui si è offerta senza risparmiarsi, agli operai che ha affiancato fisicamente nelle lotte sindacali per condizioni di lavoro giuste e dignitose. Così, in questo alternarsi di voci, conosciamo l’infanzia di una donna, cresciuta da una madre vedova, in una famiglia di contadini, abituata alla fatica, ma mai rassegnata ad abbassare la testa davanti alle ingiustizie o agli abusi del fascismo. Nel racconto di questa vita c’è la restituzione di un tempo e dello spirito di quel tempo che ha gli occhi, le mani e la voce delle donne e degli uomini che lo hanno vissuto e che troppo spesso non trovano spazio nei testi scolastici.


Ma c’è anche un altro aspetto che emerge leggendo la vicenda umana di Giacomina, ovvero la marginalità del ruolo delle donne nella narrazione ufficiale della Resistenza. Ci sono donne che hanno fatto la storia e che la storia non è capace di raccontare. Era un’antifascista? Non lo so, di sicuro era una mezzadra, la mia mamma, ma anche come lavoratrice valeva poco, per i padroni. Nel racconto di Giacomina si rinviene l’importanza di un’intelligenza diversa che nasce dalla vita e dall’esperienza, un’intelligenza povera, che il maestro Lodi metterà al centro della sua didattica democratica. La volontà di resistere della partigiana Giacomina è la volontà stessa di sopravvivere senza svendere la propria umanità. La lettura della sua storia è la lettura della storia patria, con le sue ferite ancora da rimarginare, ma anche con le sue speranze. Giacomina sottolinea che la forza di fare scelte giuste viene dall’unione tra uomini e donne, dalla solidarietà. Esemplare in questo senso è il ricordo del suo 8 settembre, quando dà da bere a un soldato tedesco in preda al panico Non provavo odio, nemmeno per lui che era un tedesco e che per me rappresentava tutto il male del mondo. Non lo odiavo, perché pensavo che era un giovane quanto me e tutti e due eravamo vittime di quella cosa orrenda che si chiama guerra. 


La scelta di non usare armi è quanto mai coraggiosa e dimostra che per difendere la pace bisogna essere coerenti con quell’ideale. Giacomina ha saputo difendere la pace in tempo di guerra, cosa che sembra quanto mai attuale. La grande generosità con cui questa donna si racconta a platee eterogenee eppure sempre da lei entusiasmate, invita tutti i sedicenti intellettuali a più di una riflessione. Nel film La ricotta Pasolini, il più attento degli intellettuali alla condizione delle classi subalterne, fa dire ad Orson Wells che l’uomo medio è un mostro, riferendosi al ceto borghese. Oggi uomo medio e uomo comune sono diventati sinonimi e sembra che ci sia un’ossessione per l’eccezionalità, diventata altro conformismo. Quanto invece sarebbe importante ragionare sul fatto che comune e comunità hanno la stessa radice, e che la società, come ci ricorda la poesia di Borges. I giusti, è formata soprattutto da persone comuni che con il loro contributo stanno salvando il mondo. Quanto la sinistra ha lasciato questa larga, larghissima fetta di società in mano alla peggiore destra, arroccandosi su un piedistallo di superiorità morale che è miserabile e meschino. Quando leggo della Meglio gioventù che ha fatto la Resistenza, mi dico che non è la destra che sta vincendo, ma la sinistra che ha perso. Partecipare alla Resistenza voleva dire fare qualcosa perché la gente stesse bene; essere comunisti voleva dire condividere quel poco che c’era con chi si trovava in difficoltà per colpa del regime, spartire facendo parti giuste, secondo il bisogno. 


Ho 96 anni e sono ancora qui, perché sono convinta che le vittorie avute non siano eterne, tutto può cambiare.


Oggi che tutto sta cambiando, è a donne come lei chI e dobbiamo ancora guardare, sono le donne come lei che ci indicano la strada, c’è solo da camminare. Insieme, senza lasciare indietro nessuna.


Autore: La redazione 27 lug, 2023
Politiche per il cambiamento climatico significa città sostenibili. Quelle italiane sono pronte?
Autore: Andrea Maestri 08 mar, 2023
Lettera alla donne di Cutro
Autore: Irina Di Ruocco 07 mar, 2023
Tra Super-bonus e Super-opportunità
Autore: Giancarlo Marino 04 mar, 2023
La copertina è tratta da Palestina. Una nazione occupata opera di Joe Sacco fumettista e giornalista. 
Autore: Paolo De Martino 27 feb, 2023
La vera sfida inizia adesso
Autore: La redazione 25 feb, 2023
Il sostegno a una confederazione israelo-palestinese sta guadagnando terreno
Show More
Share by: