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Paolo De Martino

Attivista

Rassegna informale dal mondo

Molti mi hanno scritto di riprendere a scrivere circa gli avvenimenti che accadono fuori dai nostri confini. Ogni giorno nel mondo ci sono accadimenti che ci sembrano lontani perché noi siamo abituati a stare chiusi nella nostra bolla, ora aggravata dalla pandemia. Invece, gli eventi che succedono all’estero ci raccontano di un mondo non distante che lotta, resiste e che muore non di COVID, ma per mano di terroristi. Ma ci sono anche storie di libertà, coraggio e speranza. 

Niger 

In Niger nell’ultima settimana sono state ammazzate 200 persone tra cui bambini ma facciamo subito un passo indietro. 
Il 21 febbraio nel paese africano si sono svolte le elezioni. Il voto è stato possibile grazie alle dimissioni del presidente uscente, Mahamadou Issoufou, dopo due mandati quinquennali. 
La fase dello scrutinio è stata molto caotica: sono morti 7 operatori elettorali e sono stati denunciati brogli elettorali. Alla luce di ciò, il 22 febbraio sono scoppiate delle manifestazioni anche violente. Il caso di frode è arrivato davanti alla Corte Costituzionale del Niger che il 21 marzo ha confermato la vittoria di Mohamed Bazoum nel ballottaggio presidenziale. Il neoeletto presidente Bazoum è stato ministro degli Interni e fedelissimo del presidente uscente Mahamadou Issoufou. La dichiarazione della Corte non ha risposto direttamente alle accuse dell’altro candidato, nonché ex presidente, Mahame Ousmane, che ha ottenuto il 44,25% dei voti. Ousamane aveva contestato i risultati, affermando di aver ottenuto la maggioranza dei seggi. 
In questo clima politico si sono consumate centinaia di uccisioni. Gli attacchi ai civili si sono verificati sia nella regione di Tahoua, nel sudovest del Niger, vicino al confine con il Mali che nella regione di Tillaberi dove, qualche giorno fa un gruppo di uomini armati ha ucciso 58 persone mentre tornavano da un mercato. 
«La situazione è drammatica un po’ in tutto il paese» ha detto la capomissione Coopi. 
Sono diverse le ONG impegnate perché il Niger è approdo per profughi e sfollati che provengono dai paesi confinanti che provano ad arrivare in Europa. Sulle strade e nei centri di transito c’è un’Africa di volti e storie che camminano nella sabbia. È forte la propensione occidentale a renderli invisibili perché il peso che loro trasportano è insopportabile: il fallimento dell’umanità. La rotta del Niger è un tassello fondamentale per monitorare le migrazioni. Difatti, qualche anno fa è nata Alarm Phone Sahara, associazione finanziata da donatori europei che informa chi transita su questo snodo di traffici di ogni genere prima verso la costa mediterranea africana e poi verso il nostro continente. Attualmente in Niger ci sono 119mila rifugiati 156mila sfollati che vengono accolti e ospitati nel poverissimo ma generoso Paese dell'Africa Occidentale. 
Non è solo cronaca degli ultimi avvenimenti ma è il resoconto di quello che accade da anni, ogni giorno oltre il confine libico. 

Pakistan 

Dopo una lunga battaglia fatta di decine di manifestazioni, appelli e petizioni girate per lo più su Twitter, la Corte Suprema del Pakistan ha dichiarato umiliante praticare il finger test alle donne per verificare la loro attività sessuale e verginità in caso di violenza. 
Gli attivisti chiedevano da tempo la fine dei test di verginità come parte della valutazione medica nei casi di stupro, dicendo che non hanno né base medica né forense. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha smentito categoricamente il test, affermando da un lato che non ha alcuna valenza scientifica e dall’altro che si tratta di una grave violazione dei diritti umani. È una pratica globale che coinvolge ancora molti paesi anche occidentali. In America, la patria dei diritti un rapper americano Clifford Joseph Harris Jr., meglio noto come “T. I.”, uno che ha venduto milioni di album, vinto un Grammy Award, lavorato con stelle del pop come Justin Timberlake e recitato per registi del calibro di Ridley Scott, andava fiero sui social di praticare il test di verginità alla figlia. Nello stato di New York hanno dovuto introdurre pesanti punizioni nei confronti dei medici coinvolti nei virginity test. Mentre in occidente può essere una moda praticare il test di verginità, in Pakistan era una pratica invasiva e brutale che dilaniava la dignità delle donne. L’attivista Aiman Rizvi è stata una delle prime ad aprire il dibattito sull’abolizione di questa pratica antica e becera, realizzando un video che ha fatto il giro del mondo sul web. “Today, the practice has been banned. But does that resolve the issue?” 
Twitta l’attivista l’indomani della sentenza. 
Il mondo riparta dai diritti delle donne. 

Siria

 

Il governatore siriano della provincia di Hasaka, nord est del paese arabo, il generale Ghassan Khalil, ha denunciato in un’intervista che « L'occupazione americana e le sue milizie contrabbandano petrolio rubato attraverso i valichi illegali di confine con la regione settentrionale dell'Iraq, oltre al furto quasi quotidiano di grano siriano dal Governatorato di Hasaka, che è considerato l'albero fruttuoso della Siria".

 

Dieci anni di conflitto hanno devastato la Siria, sfigurandone il tessuto sociale e urbano in modo assoluto. La battaglia sul campo sembrava essere arrivata alle battute finali dopo le dichiarazioni di Trump circa il ritiro delle truppe. Invece, pare che l’esercito americano stia rafforzando la presenza soprattutto nell’area di Hasaka ricca di petrolio e grano.

 

Gli americani e miliziani alleati stanno lavorando all'interno del cosiddetto "Caesar Act".

L’atto, oltre ad essere un primo passo verso il riconoscimento delle violazioni dei diritti umani compiute dal regime di Bashar al-Assad, prevede l’imposizione di nuove sanzioni al regime del Presidente siriano e a qualunque individuo o organizzazione che lo supporti o faciliti l’acquisizione, da parte di questo, di beni, servizi o tecnologie utili alle sue attività militari, al settore aeronautico, all’industria di idrocarburi siriana e al settore delle costruzioni, anche attraverso prestazione ingegneristiche, intaccando, di fatto, il processo di ricostruzione del Paese. Alcuni civili hanno dichiarato sul sito Sputnik in lingua araba, che «nelle ultime 48 ore le forze di occupazione americane hanno spostato una colonna di 300 carri armati carichi di petrolio rubato dai giacimenti siriani verso le terre irachene attraverso il valico illegale di Mahmoudiya, situato a sud del fiume all'incrocio di Waleed, a circa 1 km dalla campagna di Hasaka».

Se questo venisse confermato significa che gli americani da una parte obbligano la Siria a non commerciare e dall’altra la saccheggiano delle risorse essenziali.

La Siria è un grande paese che da un decennio è sotto attacco e la cui popolazione è stata vittima di una guerra politico/economica ingiusta.

La comunità internazionale se non interviene sarà complice di uno dei più grandi disastri del nostro secolo

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